Aleppo il profumo della memoria

 

Sapone di Aleppo: memoria, bellezza e resistenza

Ci sono profumi che non si dimenticano. Ci sono collaborazioni che lasciano un segno. E ci sono saponi che raccontano la storia di un popolo, di una città, di una civiltà. Oggi torno a parlarvi del Sapone di Aleppo, con un sentimento di gratitudine e nostalgia 

Una tradizione millenaria

Il Sapone di Aleppo è uno dei più antichi al mondo. Realizzato con olio d’oliva e olio di alloro, cotto lentamente in calderoni di rame, versato su pavimenti di pietra e tagliato a mano con zoccoli di legno. Un rituale che si tramanda da secoli, e che resiste ancora oggi, nonostante tutto.

Tre artigiani al lavoro nella produzione del sapone di Aleppo, immersi nella luce dorata che filtra da una finestra ad arco. La pietra viva, il calderone fumante, le mani che modellano, versano, tagliano. È un omaggio silenzioso alla bellezza del gesto antico. 


Dopo Aleppo

Durante gli anni più duri del conflitto siriano, molte fabbriche sono state distrutte. Ma alcuni maestri saponai hanno continuato la produzione in Libano, Turchia e persino in Francia, portando con sé il sapere antico. Oggi, alcune fabbriche ad Aleppo sono tornate attive, e il sapone viene ancora prodotto secondo la tradizione originale.

 Riconoscimento UNESCO

Nel 2024, il Sapone di Aleppo è stato riconosciuto come patrimonio culturale immateriale dell’umanità dall’UNESCO. Un tributo alla sua storia, alla sua purezza, e alla sua capacità di resistere e rinascere.



 La mia esperienza

Collaborare con questo prodotto è stato per me un privilegio. Ricordo ancora il profumo, la texture, la sensazione di autenticità. E oggi, con questo post, voglio rendere omaggio a quella bellezza semplice e profonda che mi ha accompagnata.

Un sapone non è solo un prodotto. È un gesto, una memoria, una carezza che attraversa il tempo.

Commenti

Post più popolari