Quando la fiducia viene punita: il mio addio a Vinted
Quando la fiducia viene punita: il mio addio a Vinted
Ho sempre creduto che vendere online potesse essere un gesto di cura, di fiducia, di condivisione.Per questo, mesi fa, ho scelto Vinted come piattaforma per il mio percorso di decluttering consapevole.
Non solo ho aperto un account, ma ho anche scritto un post sul mio blog per raccontare l’esperienza,
promuovendo spontaneamente un servizio che mi sembrava in linea con i miei valori.
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| Fiducia punita |
Fiducia e onestà punite.
Quella fiducia, però, è stata tradita. Il mio account è stato bloccato senza preavviso per aver pubblicato un fazzoletto vintage, con una stampa che, a mia insaputa, riproduce la bandiera confederata. Potevano essere rimossi solo la foto dell'articolo e l'annuncio, non bloccato addirittura il profilo. Non c’era alcuna intenzione provocatoria o ideologica: era un accessorio decorativo, inserito in buona fede. Eppure, la risposta ricevuta è stata automatica e generica, addirittura con accuse gravi come “contenuti dannosi” e “istigazione a commettere reati” termini che non rispecchiano né il mio comportamento né la mia storia sulla piattaforma. Ho sempre agito con trasparenza, rispetto e attenzione. Ho ricevuto sempre e solo recensioni a 5 stelle, ho gestito ordini con cura, ho promosso la piattaforma gratuitamente. Eppure, non mi è stata concessa nemmeno una revisione umana. Nel frattempo, ho documentato, con foto e video delle mie scoperte, e segnalato la presenza di annunci ben più gravi, come la vendita sistematica di
“pacchi smarriti” o “misteriosi”, Le famose Mystery box che altro non sono che truffe. Bancali di pacchi rubati con etichette leggibili, altre cancellate apposta, spesso in quantità industriale e con modalità che sollevano dubbi sulla legalità. Alcuni profili sembrano costruiti attorno a questo business,
eppure, continuano a operare indisturbati. Ho segnalato anche contenuti provocatori, immagini ambigue, e oggetti legati a simboli realmente controversi, ma nulla è stato fatto. Mi chiedo: dov’è la coerenza? Perché chi lavora con onestà viene penalizzato, mentre chi sfrutta ambiguità e scorciatoie viene ignorato e premiato? Come blogger e creativa digitale, scrivere articoli di collaborazione è parte del mio lavoro. Normalmente vengo retribuita per raccontare esperienze e servizi. In questo caso, ho scelto di farlo gratuitamente, perché credevo nel progetto. Oggi mi trovo a pentirmi di quella generosità. Non scrivo questo post per vendetta, ma per coerenza. Sperando che venga letto e condiviso da tante persone ONESTE, e magari chissà, da un operatore umano e non da una macchina. Perché la fiducia va meritata, non solo dichiarata. E perché chi costruisce relazioni autentiche merita rispetto, non automatismi né Ban senza reali motivazioni.
“pacchi smarriti” o “misteriosi”, Le famose Mystery box che altro non sono che truffe. Bancali di pacchi rubati con etichette leggibili, altre cancellate apposta, spesso in quantità industriale e con modalità che sollevano dubbi sulla legalità. Alcuni profili sembrano costruiti attorno a questo business,
eppure, continuano a operare indisturbati. Ho segnalato anche contenuti provocatori, immagini ambigue, e oggetti legati a simboli realmente controversi, ma nulla è stato fatto. Mi chiedo: dov’è la coerenza? Perché chi lavora con onestà viene penalizzato, mentre chi sfrutta ambiguità e scorciatoie viene ignorato e premiato? Come blogger e creativa digitale, scrivere articoli di collaborazione è parte del mio lavoro. Normalmente vengo retribuita per raccontare esperienze e servizi. In questo caso, ho scelto di farlo gratuitamente, perché credevo nel progetto. Oggi mi trovo a pentirmi di quella generosità. Non scrivo questo post per vendetta, ma per coerenza. Sperando che venga letto e condiviso da tante persone ONESTE, e magari chissà, da un operatore umano e non da una macchina. Perché la fiducia va meritata, non solo dichiarata. E perché chi costruisce relazioni autentiche merita rispetto, non automatismi né Ban senza reali motivazioni.

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